Le porte blindate sono importanti strumenti di protezione passiva, ma non tutte offrono lo stesso grado di sicurezza e protezione: dipende dalla loro struttura, dai materiali impiegati in fase di produzione e dalle tecnologie adoperate. La normativa europea 1627/30 ha identificato 6 classi antieffrazione; la certificazione della porta blindata in una piuttosto che in un’altra classe è determinata dall’esito di una serie di prove convenzionali e reali. I test convenzionali si effettuano per mezzo di appositi macchinari e servono per verificare il grado di resistenza della porta a differenti carichi statici e dinamici; mettono quindi in luce anche eventuali limiti e carenze. Le prove reali, invece, consistono nella simulazione di attacchi ad opera di malintenzionati dotati di attrezzi vari, via via più complessi. In questo caso, l’efficacia del serramento si valuta principalmente in base al tempo impiegato per portare a termine, con successo, il tentativo di scasso. I test hanno luogo non all’interno degli stabilimenti produttivi bensì in laboratori esterni autorizzati da Ministero (per esempio Istedil, Csi, Istituto Giordano) ai quali devono essere forniti due campioni della porta blindata da testare.
Porte blindate classe antieffrazione 1
È la classe di sicurezza minima. Per violare la porta è sufficiente utilizzare la forza fisica: calci, spallate, spinte. Il ladro (anche occasionale, non occorre alcuna particolare esperienza) riesce nel suo intento anche nel giro di pochi secondi. Si tratta, quindi, di manufatti adatti a magazzini contenenti oggetti di scarso valore oppure caposcala di cantine.
Porte blindate classe antieffrazione 2
A questa classe appartengono invece le porte blindate in grado di resistere ai tentativi di effrazione messi in atto anche da malviventi poco esperti, ma dotati di alcuni semplici attrezzi come coltelli, cacciaviti, tenaglie, cunei. Il test time è pari a 3 minuti. Le porte blindate classe 2 sono consigliate per caposcala e luoghi a rischio contenuto, per esempio uffici e immobili industriali, ma molti le scelgono per il proprio appartamento situato in un condominio, se il contesto è sostanzialmente sicuro e tranquillo.
Classe antieffrazione 3
Il tempo di resistenza sale a 5 minuti, che possono sembrare pochi ma in realtà non è così: secondo diverse stime, infatti, generalmente i ladri desistono qualora non ottengano risultati entro 2, al massimo 3 minuti. Le porte blindate che ottengono la certificazione in classe 3 non temono attrezzi più potenti quali il piede di porco, il martello e il trapano manuale. Sono la soluzione più gettonata per le abitazioni private, anche situate in posti a rischio medio.
Porte blindate classe antieffrazione 4
Le porte blindate in classe 4 danno parecchio filo da torcere anche agli scassinatori abili e dotati di strumenti sofisticati ed efficienti come i trapani elettrici e a batteria, le seghe, gli scalpelli, le accette. Il tempo di resistenza sale a 10 minuti. Questa tipologia di porta è perfetta per i contesti residenziali, quindi sia per gli appartamenti lussuosi che per le ville, anche situate in luoghi piuttosto isolati. Inoltre vengono utilizzate in particolari ambiti commerciali, ovvero per le gioiellerie, le orologerie, gli edifici industriali nei quali siano presenti merci di pregio.
Classe antieffrazione 5
Quelle appartenenti alla classe 5 sono porte blindate in grado di resistere anche ai rapinatori più esperti, che operano con strumenti molto complessi e potenti: per esempio trapani, seghe a sciabola, addirittura mole ad angolo. Per le abitazioni private, queste porte rappresentano una scelta eccessiva; vengono piuttosto utilizzate per ambasciate, banche, caserme ed altri edifici militari. Più in generale, sono indicate per quegli interni in cui siano custoditi oggetti di grande valore e documenti importanti, contenenti dati sensibili. Il test time è pari a 15 minuti.
Porte blindate classe antieffrazione 6
Ritroviamo le stesse caratteristiche che identificano la classe 5, ma il tempo di resistenza sale a 20 minuti. Sono porte praticamente invalicabili anche per gli scassinatori professionisti e non di rado vengono scelte, fra l’altro, per la protezione di impianti nucleari. Siamo al non plus ultra, insomma. Di conseguenza, per i contesti residenziali non si prendono nemmeno in considerazione.